• Spazio 361, S. Severino Marche (MC)

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Questione di scelte | Mastro T, il legno e un soggiorno

Scegliere al di là della moda del momento che decreta la fortuna di un materiale o di uno stile rispetto a un altro. Scegliere in modo consapevole di costruire con il legno massello perché a differenza del truciolato è naturale e duraturo e sostenibile, scegliere l’abete rispetto al gettonato rovere perché è più economico. Accettarne le imperfezioni, i suoi cambiamenti. Scegliere di rispettare la storia degli spazi in cui si va ad abitare e di conservarne la memoria, scegliere così di lasciare un vecchio pavimento in mattoni con le sue mancanze e i segni del tempo, e di accostargli un tavolato sempre in abete massello, e poi con gli scarti delle tavole di costruire una libreria-divisorio.

Tutto in abete massello, con tinte e finiture ad acqua. Tutto senza chiodi e senza viti. Tutto riparabile e modificabile, o riciclabile. Per un soggiorno caldo e rispettoso dell’ambiente.

Un agosto all’Istituto Treccani | Mastro T e il restauro di un soffitto.

Palazzo Mattei di Paganica è stato costruito a Roma nel 1541 e venduto all’Istituto dell’Enciclopedia italiana nel 1928. Ma cosa è l’Istituto dell’Enciclopedia italiana? È l’istituto fondato da Giovanni Treccani nel 1925, oggi un’istituzione culturale e una casa editrice che si occupa della nostra lingua e del nostro patrimonio culturale.

In una via secondaria non lontana da Largo di Torre Argentina e perpendicolare a via delle Botteghe Oscure si nasconde l’Istituto Treccani (e la sua preziosa biblioteca con più di 130 000 volumi): un luogo di silenzio e concentrazione scanditi dal ticchettio dei computer, dai passi ora veloci e sicuri ora lenti e affaticati.

La facciata anonima di questo palazzo storico non lascia di certo immaginare che il suo interno custodisca tanta bellezza ed eleganza. Soffitti decorati, soffitti a cassettoni, legno intagliato; tutte opere che per essere conservate necessitano di manutenzione e restauro, come per esempio il soffitto di una delle sale dell’istituto. Un soffitto ligneo dipinto, composto da 24 tavole (unite da una grata di legno) che col trascorrere degli anni si sono imbarcate e ristrette, disconnesse o fessurate:

Mentre la restauratrice Diana Venturini ha svolto il lavoro di consolidamento, pulitura e ritocco pittorico del dipinto, Mastro T ha consolidato la struttura in legno, ha riconnesso le tavole del dipinto, ha aggiunto e ritoccato le mancanze lignee:

 

 

 

 

 

 

Un avvocato, un tavolo e Mastro T.

Un giovane avvocato chiama perché vorrebbe far costruire un tavolo per il suo studio. Ha una vaga idea di come lo vorrebbe, mostra un’immagine. Un tavolo dal piano in vetro e la base in legno di noce. Forme geometriche e pulite, linea essenziale, elegante. Poi l’immagine passa a un designer e il tavolo prende forma.

Trasparente e solido, chissà, forse così come dovrebbe essere il rapporto tra un avvocato e il suo assistito. Vetro e legno. Da una parte l’esposizione sincera dei fatti, il racconto nudo degli eventi, la fragilità di certe emozioni; dall’altra la forza della giustizia, della ragione e della logica, di una difesa. La forza di una arringa, la sua costruzione lineare, le sue parole semplici e chiare, beninteso, non sciatte, anzi precise ed espressive.

Chissà se dietro alla scelta o al progetto di un tavolo può esserci tutto questo. Chissà.

 

Una metropoli ad agosto | Mastro T in trasferta

 

Quartiere Borgo Pio. I crocifissi e gli abiti talari in mostra, i collarini dei preti, i sandali francescani con i calzini, le suorine in fila, i veli all’aria e le tonache svolazzanti. Tanti colori quanti sono gli ordini.

Afoso, maleodorante, vuoto. Il caldo che ti si appiccica addosso, il tanfo di urina che ti toglie il respiro, i sacchi di immondizia abbandonati davanti ai cassonetti. I bar sotto sequestro, la diffidenza, i soliti molestatori.

Se non fosse per le strade vuote e per i parcheggi liberi, se non fosse per i sorrisi di Ahmed e la birra delle sette, per i tramonti lungofiume, per le premure di una zia cara, se non fosse per gli spettacoli di rara bellezza che ti regala a ogni angolo, lavorare a Roma ad agosto sarebbe insopportabile. Sarebbe meglio anna’ “tutti ar mare a mostra’ le chiappe chiare co’ li pesci in mezzo all’onne“.