“Avrei bisogno di un tavolo e di una libreria”, così esordisce un cliente in un pomeriggio qualsiasi, “ma vorrei utilizzare il legno di una vecchia trave senza lavorarlo troppo”.
Legno di una quercia locale, tarlatissimo; chissà quella quercia in quale campo avrà fatto ombra, a quanti uccelli avrà offerto riparo e quanti maiali avranno mangiato le sue ghiande. Chissà di cosa è morta e chissà quanti picchi saranno rimasti senza nido dopo la sua scomparsa. Come sarà diventata una trave? avrà sostenuto un solaio o un tetto?, di quanti schiaffi e tradimenti, baci, estasi, manie, carezze e confidenze sarà stata testimone? Chissà se avrà sentito le pareti tremare, se si sarà schiantata sul pavimento insieme al tetto o al solaio, o se invece avrà resistito alle scosse, al peso, al tempo. Chissà.
Comunque, nonostante gli anni e le metamorfosi, quella quercia vive ancora; grazie a chi ha deciso di non dimenticarla.